Il Torcicollo nel Neonato e nel Lattante: Come Riconoscerlo, Quali Rimedi ed Esercizi
Il torcicollo è caratterizzato dalla flessione della testa sulla spalla con rotazione della testa.
Non si presenta con una diagnosi vera e propria, ma, soprattutto in neonati e lattanti, va considerato un segno clinico di un problema che necessita di un’attenta valutazione differenziale.
Differenti forme di torcicollo nel neonato e nel lattante
Le forme di torcicollo di interesse fisioterapico sono:
Torcicollo posturale
Il torcicollo posturale è spesso associato alla plagiocefalia occipitale e ad uno scarso controllo antigravitario del capo per l’età. Non ci sono anomalie del muscolo sternocleidomastoideo (ecografia normale), né limitazioni nella rotazione omolaterale. Questa tipologia di torcicollo dei neonati si presenta in due forme:
- forma congenita: presente dalla nascita, causata dalla postura intrauterina;
- forma acquisita: non presente dalla nascita, causata dalla rotazione preferenziale del capo (posizione nel sonno) con atteggiamento in flessione laterale.
Torcicollo miogeno congenito
Il torcicollo miogeno nel neonato è caratterizzato da un’anomalia del muscolo sternocleidomastoideo visibile all’ecografia e dalla presenza di limitazione nella rotazione omolaterale. In base all’anomalia presente del muscolo sternocleidomastoideo, viene classificato in due forme:
- forma tumefatta: nei 2/3 di casi di torcicollo miogeno congenito intorno ai 15-20 giorni di vita vi è la comparsa di una tumefazione visibile ad occhio nudo o alla palpazione, non dolorosa, che scompare tra il 4° e 6° mese.
- forma contratta: è riscontrabile alla palpazione e/o visibile all’esame ecografico con un ispessimento del muscolo colpito o con un’ipoplasia congenita del muscolo colpito
Altre forme di torcicollo
Vediamo adesso brevemente altre forme di torcicollo, interessanti da conoscere ma di interesse non fisioterapico.
Torcicollo oculare
Il bambino mantiene la testa in posizione di torcicollo per migliorare la funzionalità visiva, ridotta dall’insorgenza di fenomeni come miopia, astigmatismo, nistagmo, o per compensare uno strabismo. La posizione peggiora durante l’attività di fissazione e diventa più evidente quando il bambino acquisisce la posizione seduta e quando migliora la funzionalità visiva (dopo il 4° mese di vita). In questi casi è necessaria una visita dall’oculista. La posizione della testa non va corretta finché persiste il difetto visivo.
Torcicollo parossistico alternante
Questo torcicollo si riconosce perché inizia nel primo anno di vita (in particolare tra il 2° e l’8° mese), accompagnato da episodi di torcicollo ricorrenti, intermittenti e alternanti. Possono durare da alcune ore a alcuni giorni, e si ha una remissione completa e spontanea entro i 2-3 anni. Talvolta si possono sviluppare in seguito altri sintomi caratteristici delle sindromi periodiche che nel bambino più grande possono essere ad esempio dolori addominali ricorrenti, emicrania, disturbi del sistema vestibolare come il mal di macchina.
Torcicollo da anomalie scheletriche
Si può presentare nella scoliosi congenita o nella sublussazione delle prime due vertebre cervicali non traumatica (quest’ultima tipica nella sindrome di Down).
Torcicollo da disturbi neurologici
Potrebbe verificarsi per esempio a causa di tumori midollari e cerebellari, nello sviluppo neuromuscolare anormale o ritardato, o nelle sindromi distoniche.
Torcicollo doloroso acquisito
Può verificarsi in seguito a patologie infiammatorie (come otite, artrite idiopatica giovanile, ascesso retrofaringeo); oppure in seguito ad un trauma (dei muscoli o legamenti cervicali, una sublussazione delle prime vertebre cervicali o una frattura); o in seguito a patologie tumorali.
Torcicollo: sintomi e come si manifesta
Il torcicollo a livello clinico si caratterizza per:
- limitazione nella flessione laterale controlaterale al torcicollo;
- asimmetria dell’arrossamento delle pieghe cutanee del collo dal lato della flessione laterale;
- nella maggior parte dei casi associata plagiocefalia occipitale con asimmetria cranio-facciale;
- scarso controllo antigravitario per l’età;
- nel torcicollo posturale non sono presenti anomalie del muscolo sternocleidomastoiedo (ecografia normale), mentre nel torcicollo miogeno congenito sono presenti anomalie alla palpazione di questo muscolo;
- nel torcicollo posturale non è presente limitazione nella rotazione omolaterale, mentre nel torcicollo miogeno congenito tale limitazione è presente;
Neonati e torcicollo: i rimedi e gli obbiettivi della fisioterapia
Gli obiettivi per l’intervento fisioterapico nel torcicollo del neonato e del lattante sono:
- ridurre l’atteggiamento in torcicollo, in particolare:
- favorire l’organizzazione del capo sulla linea mediana
- ridurre l’eventuale contrattura del muscolo trapezio, dello sternocleidomastoideo e dei tessuti molli laterali del collo
- raggiungere e mantenere l’ampiezza completa di movimento dei muscoli del collo
- favorire il riequilibrio attivo della muscolatura del collo
- promuovere il controllo assiale antigravitario capo-tronco
- promuovere lo sviluppo psicomotorio globale.
Cura posturale da sveglio
Il trattamento fisioterapico
Il trattamento fisioterapico si divide in trattamento diretto e indiretto (ovvero educazione terapeutica) e consiste nelle seguenti proposte:
- cura posturale nel sonno fino a 3 mesi con cuscino triangolare nanna sicura per favorire la rotazione della testa in posizione semisupina.
- cura posturale durante la veglia favorendo l’attività in posizione sdraiata in confronto a quella seduta e nelle seggioline poltrona auto e passeggino sostenendo il tronco ai lati con dei rullini laterali.
- stretching dei muscoli del collo coinvolti: flessione laterale controlaterale al torcicollo e rotazione omolaterale al lato colpito. (Questo strumento nel torcicollo miogeno congenito rappresenta lo strumento più efficace nel trattamento di questa patologia).
- esercizi di riequilibrio muscolare.
- facilitazioni del controllo assiale antigravitario testa-tronco.
- inseguimento visivo.
- nelle forme gravi dopo i 6 mesi bendaggio funzionale e uso di ortesi correttive (tipo collare) nei casi non risolti o diagnosticati tardivamente.
Alcune complicanze secondarie nel torcicollo miogeno congenito derivano dalla fibrosi permanente del muscolo sternocleidomastoideo che comportano esiti estetici con emi-ipoplasia faciale ed esiti funzionali con riduzione della mobilità articolare e conseguente scoliosi cervico-toracica. Quest’ultimo caso rappresenta un’indicazione per un allungamento chirurgico correttivo del muscolo sternocleidomastoideo.
La letteratura scientifica in merito ai risultati del trattamento nel torcicollo miogeno congenito riporta che:
- nel 95% dei casi trattati con lo stretching del muscolo sternocleidomastoideo il torcicollo ad un anno d’età è risolto;
- se gli stiramenti vengono iniziati prima dei 4 mesi d’età nessun bambino necessita di chirurgia;
- se il trattamento viene iniziato prima dei 4mesi è presente una risoluzione nel 75% dei casi;
- Alcuni fattori prognostici negativi sono: età maggiore di dodici mesi all’inizio del trattamento, limitazione iniziale della rotazione passiva omolaterale maggiore di 15° e la presenza di fibrosi del muscolo sternocleidomastoideo.