Piede Piatto nei Bambini: quando è Necessario Operarlo?
Cosa sono i piedi piatti?
Prima di parlare di quando è necessario operare il piede piatto nei bambini è importante approfondire cosa sono i piedi piatti. La definizione esatta del piede piatto è sindrome pronatoria, ovvero quando la parte posteriore del piede è inclinata verso l’interno (valgismo calcaneare) in maniera eccessiva.
I quadri clinici della sindrome pronatoria
- Piede piatto valgo: caratterizzato da una riduzione della volta plantare che può raggiungere anche un completo appiattimento (= piede piatto) e a volte anche alluce inclinato verso l’interno (valgo).
- Piede cavo valgo: è un falso piede piatto, il carico grava sulle teste metatarsali e sul retropiede. Molto spesso è associato ad anca antiversa e strabismo rotuleo (frequente nelle femmine), se il piede cavo evolve in lassità mediale, la volta crolla medialmente.
Cosa fare prima di valutare un'operazione al piede piatto
Alla nascita tutti i bambini hanno un “piede piatto”: ciò significa più larga area di contatto al suolo e calcagno valgo. Nella prima infanzia infatti i legamenti sono ancora lassi e i muscoli sono deboli. Nel corso circa dei primi 6 anni di vita si assiste poi ad un progressivo sviluppo della volta plantare. L’accentuazione della sindrome pronatoria o la sua persistenza nel corso della crescita sono però da considerarsi anomale.
Scarpe o plantari per piedi piatti?
Quando il piede pronato si presenta ancora come una condizione lieve è possibile correggere questo problema attraverso l’uso di scarpe o plantari appositi.
Nei casi più accentuati può essere utile la fisioterapia che attraverso esercizi di stretching, esercizi di mobilità articolare, esercizi di rinforzo muscolare, esercizi di propriocezione ed esercizi di rieducazione al cammino aiuta a correggere il piede piatto.
Quando l'operazione al piede piatto è inevitabile
Nei casi molto gravi di sindrome pronatoria, infine, può diventare necessario il ricorso alla chirurgia.
L’intervento al piede piatto nel bambino si rende necessario per superare alcune condizioni dolorose e disabilitanti. Ecco quali sono alcune tra le caratteristiche più comuni di cui un bambino potrebbe essere affetto prima di operarsi per il piede piatto:
- dolore al piede nella zona mediale in fase di appoggio
- dolore anteriore al ginocchio
- cammino e test di funzionalità alterati
- brevità dei muscoli ischiocrurali e del tendine d’Achille.
Intervento al piede piatto nel bambino: tempi di recupero
L’intervento che viene fatto in caso di piede piatto nei bambini è chiamato dagli addetti ai lavori artrorisi dell’articolazione sotto-astragalica con vite RSB calcaneo-stop polimerica e ha l’obiettivo di riallineare il retropiede (formato dall’astragalo e dal calcagno) che è ruotato internamente.
I tempi di recupero dopo l’operazione per il piede piatto per poter iniziare attività sportiva sono di circa 3 mesi. Subito dopo l’intervento viene applicato un tutore/stivaletto per circa 15 giorni. Già dal giorno successivo all’operazione è possibile camminare con i tutori con l’aiuto delle stampelle. Ci sono alcune situazioni in cui insieme all’operazione nella quale viene inserita la vite polimerica riassorbibile viene fatto anche un allungamento del tendine d’achille, che a volte è necessario (in base alla valutazione del chirurgo) per permettere di riallineare l’articolazione sotto-astragalica. In questi casi ci sono alcune accortezze in più durante la prima settimana legate al cammino e al tempo per il quale viene portato il tutore.
Fisioterapia dopo operazione piede piatto nei bambini
Una volta tolto il tutore è consigliabile iniziare un percorso fisioterapico che dura circa 2-3 mesi. Spesso la fisioterapia viene iniziata già prima dell’intervento tramite esercizi specifici pre-operatori di allungamento muscolare, esercizi di rieducazione al passo ed esercizi propriocettivi per il piede che facilitano il buon risultato dell’operazione.
La prima fase del percorso fisioterapico di riabilitazione piede piatto
l trattamento fisioterapico postoperatorio è suddiviso in diverse fasi.
La prima fase, in cui il bambino indossa gli stivaletti prevede:
- addestramento utilizzo canadesi;
- rinforzo dei muscoli flessori ed estensori dell’anca;
- addestramento al carico progressivo durante la deambulazione con stivaletto;
- controllo della stazione eretta;
- esercizi di equilibrio e propriocezione.
La seconda fase del percorso fisioterapico di riabilitazione piede piatto
La seconda fase, in seguito a rimozione dello stivaletto prevede:
- progressivo addestramento alla deambulazione con le stampelle e, dopo circa dieci giorni, senza stampelle;
- incremento del lavoro di propriocezione ed equilibrio;
- mobilizzazione della caviglia e del piede;
- trattamento manuale della cicatrice;
- stretching dei muscoli dell’arto inferiore (in particolare del muscolo del polpaccio e dei muscoli posteriori della gamba);
- addestramento alla percezione della posizione del retropiede;
- addestramento a salire e scendere le scale;
- rinforzo muscolare progressivo agli arti inferiori.
Al termine del percorso fisioterapico sarà possibile tornare a svolgere con una ripresa graduale l’attività sportiva preferita. Inoltre, è consigliabile periodicamente fare visite di controllo dal chirurgo e/o terapista per verificare il consolidamento del percorso di guarigione.