Anche i bambini hanno il mal di testa?
Sì, il mal di testa non è un malessere riservato agli adulti, ma un sintomo frequente anche nei bambini, soprattutto in età scolare.
Trattandosi di un disturbo abbastanza frequente, non è necessariamente sinonimo di malattie o disturbi gravi, tuttavia è necessario prestare particolare attenzione ad alcuni sintomi che talvolta possono accompagnarlo.
Infatti, la cefalea nei bambini è un disturbo che può verificarsi per moltissime motivazioni, dalla mancanza di sonno a un eccessivo livello di stress.
Nonostante ciò, talvolta i mal di testa possono essere sintomo di problemi più gravi.
Per questo è importante saper riconoscere i differenti mal di testa, capire se e quando preoccuparsi e, nel caso, rivolgersi ad un medico che indaghi sulle cause per individuare un rimedio adeguato.
Mal di testa nei bambini: quando preoccuparsi?
Le caratteristiche più importanti da indagare col bambino riguardo al mal di testa sono essenzialmente tre: la frequenza, la durata e l’intensità.
Questo ultimo punto può risultare insidioso da monitorare, specialmente perché bisogna tenere conto delle capacità espressive del piccolo. A seconda dell’età può risultare difficile riuscire a codificare i bisogni del bambino proprio a causa della sua capacità di comunicazione.
Detto questo, l’adulto di riferimento dovrà prestare attenzione a cosa scatena il mal di testa e cosa invece lo fa diminuire. Inoltre, è importante notare se sono presenti disturbi della vista, sensazioni di formicolio, intolleranza a luce/odori/ rumori e se è presente un calo del rendimento scolastico.
Un altro mix a cui prestare particolare attenzione è il mal di testa seguito da episodi di vomito.
Cos’è il mal di testa? Le principali tipologie di cefalea
“Mal di testa”, o cefalea, è un termine ampio che raccoglie sotto la sua definizione una vasta gamma di dolori localizzati nella testa. Esistono molti tipi di cefalee, ognuno con la propria origine e sintomatologia.
La Classificazione Internazionale delle Cefalee del 2018 individua tre tipologie principali di cefalee:
- primarie: non dovute ad altre condizioni o malattie; sono le più frequenti (rappresentano il 90% dei casi);
- secondarie: sono sintomo di svariate condizioni patologiche;
- cefalee attribuite a disturbi cranio-facciali o cervicali.
Cefalee primarie
Tra le cefalee primarie, viene fatta un’ulteriore distinzione:
- emicranie;
- cefalee tensive;
- cefalee autonomico-trigeminali.
I tipi di mal di testa più frequenti nei bambini
In età evolutiva il tipo di cefalea più comune è quella primaria e nello specifico l’emicrania. Questo tipo di mal di testa si manifesta nei maschi intorno ai 7-8 anni, e un po’ più tardi nelle femmine, intorno ai 10-11 anni.
A partire dai 12 anni l’incidenza dell’emicrania è sovrapponibile poi a quella che si riscontra negli adulti.
Le manifestazioni cliniche dell’emicrania in età pediatrica sono spesso diverse rispetto a quelle che si riscontrano negli adulti: nei bambini gli attacchi sono più brevi e più frequenti, e si associano più spesso a manifestazioni come il vomito.
Il secondo tipo di mal di testa più frequenti nei bambini è la cefalea di tipo tensivo, che rientra sempre nelle cefalee primarie. Queste hanno sintomi in parte simili alle emicranie ma ci sono alcune importanti differenze a cui porre attenzione.
Ecco un breve elenco in cui vengono spiegati per ciascun tipo di mal di testa quali sono i sintomi caratteristici.
Emicrania nei bambini: alcuni fattori di rischio
Di seguito trovi alcuni fattori che possono influire negativamente sullo sviluppo di emicranie nei bambini. Tenerli presenti può essere importante perché forniscono un quadro completo della vita del piccolo e possono guidarci nell’analisi e nella definizione del malessere. I fattori di rischio per la comparsa di emicrania nei bambini sono:
- situazioni familiari con problemi;
- stress scolastico;
- ansia;
- tempo libero insufficiente;
- qualità del sonno scarsa;
- fattori costituzionali correlati a familiarità (ovvero una predisposizione genetica. I bambini più soggetti al mal di testa sono quelli che hanno un genitore che ne soffre)
Emicrania, cefalea di tipo tensivo e mal di testa secondario, come riconoscerli?
Nei bambini si parla di emicrania quando:
- dopo almeno 5 attacchi che durano almeno 2 ore
- intensità forte, di tipo pulsante e aggravato dall’attività fisica
- fastidio in presenza di rumori e di luce intensi
- Nausea e/o vomito
La cefalea di tipo tensivo ha invece sintomi più sfumati:
- almeno 10 attacchi, di durata da 30 minuti a più giorni
- intensità media o lieve, di tipo costante e non è aggravato dallo sforzo fisico
- fastidio in presenza di rumori e di luce intensi
- non compaiono nausea o vomito.
Esiste anche una forma molto più rara chiamata “emicrania con aura”, in questi casi sono presenti veri e propri sintomi neurologici come: disturbo della vista (scintillii, macchie, flash), formicolii, difficoltà a muovere un arto, disturbo del linguaggio.
Cefalee secondarie
Passando poi al mal di testa secondario è fondamentale comprendere che questo è caratterizzato dal fatto che il mal di testa stesso fa parte di uno dei sintomi di una malattia che sta alla base. Queste malattie che possono causare mal di testa sono varie e di diversa gravità, alcuni esempi sono:
- infezioni delle prime vie aeree (come influenza e sinusiti);
- traumi o piccoli infortuni alla testa;
- problemi a denti e mandibole;
- problemi agli occhi (come miopia);
- emorragia cerebrale;
- malattie oncologiche.
Quindi mi devo preoccupare quando il bambino ha mal di testa?
Il mal di testa, nei bambini come negli adulti, può essere un campanello di allarme che è necessario tenere sotto controllo e non sottostimare. In particolare, è importante prestare attenzione ad alcuni aspetti fondamentali, come la comparsa di sintomi sotto i 3 anni.
Fare attenzione se il bambino ha episodi di vomito al risveglio e cefalee notturne, e prestare particolare attenzione all’evoluzione del dolore nel tempo: se peggiora con lo sforzo, se l’aumento è progressivo e se vi sono modificazioni nello stato di vigilanza.
Una diagnosi corretta e tempestiva può evitare che il problema diventi cronico e porti ad un abuso di antidolorifici da banco.
È importante in primis consultare il proprio pediatra di famiglia e successivamente rivolgersi a figure specializzate in questo settore. Nei centri specializzati in diagnosi e cura delle cefalee è possibile impostare una terapia con una posologia adeguata all’età e al peso del bambino, oltre, quando necessaria, a una terapia preventiva farmacologica o di supporto psicoterapico.