Dolori muscolari: i rimedi
Almeno una volta nella vita, alla ricerca di rimedi per dolori muscolari, tutti ci siamo trovati davanti al grande dilemma: daranno più sollievo impacchi caldi o freddi?
Spesso ci affidiamo ai consigli di parenti, amici o al nostro infallibile sesto senso. Purtroppo però, la risposta non è poi così semplice: la scelta dovrebbe sempre dipendere da come è insorto il dolore.
Generalmente in caso di dolore muscolare provocato da un trauma, come una caduta, utilizziamo il ghiaccio per ridurre dolore e gonfiore. Ma se vi dicessi che questo approccio non è più così indicato?
Un trauma infatti può essere diretto od indiretto. Nel primo caso vi è un contatto con un agente che provocherà l’infortunio, per esempio il ginocchio di un avversario che urta la nostra coscia giocando a calcetto o, come detto prima, una caduta in cui il ginocchio urta l’asfalto.
Nel trauma indiretto, invece, non vi è alcun meccanismo esterno che colpisce il nostro corpo. È questo il caso, ad esempio, di una distorsione di caviglia oppure di uno stiramento o strappo muscolare mentre stiamo correndo.
Negli anni i fisioterapisti hanno applicato, e consigliato, metodi diversi per la gestione di entrambe le tipologie di trauma.
Siamo passati da metodiche come ICE (Ghiaccio, Compressione ed Elevazione), PRICE (Protezione, Riposo, Ghiaccio, Compressione ed Elevazione) e POLICE (Protezione, Carico ottimale, Ghiaccio, Compressione ed Elevazione) fino ad arrivare al più recente protocollo pubblicato nell’agosto 2019 sul British Journal of Sports Medicine da un gruppo di ricercatori canadesi con l’acronimo: PEACE & LOVE.
La prima parte (PEACE) riguarda il trattamento nell’immediato, mentre la seconda (LOVE) come gestire il proprio infortunio nei giorni seguenti. Vediamo in cosa consiste questa nuova metodica.
Il corretto trattamento dei dolori muscolari da trauma
Protezione: riduci il carico o limita il movimento per i primi giorni (1-3 giorni) per limitare il sanguinamento e prevenire la distensione delle fibre infortunate. Il riposo deve essere ridotto al minimo, un riposo prolungato pregiudica la qualità e la forza del tessuto.
Elevazione: solleva l’arto più in alto del cuore per favorire il riassorbimento dei liquidi. Nonostante ci siano deboli evidenze per l’utilizzo di questa pratica, non vi sono rischi, per cui non costa niente metterla in atto.
Antinfiammatori: tutti pensano all’infiammazione come la causa del proprio dolore, come qualcosa di nocivo, ma in realtà il processo infiammatorio non è altro che un meccanismo messo in moto dal nostro organismo per aiutarci nella guarigione dei tessuti. Dovrebbe quindi essere visto come un prezioso alleato nel percorso di recupero! Inibire l’infiammazione con medicinali potrebbe, infatti, influire negativamente sulla guarigione dei tessuti a lungo termine, specialmente se si utilizzano dosi elevate.
Per lo stesso motivo si sconsiglia l’uso del ghiaccio che rallenta il processo infiammatorio portando ad una guarigione qualitativamente peggiore del tessuto.
Compressione: una pressione meccanica esterna, utilizzando taping o bende elastiche, aiuta a limitare l’edema intra articolare e il sanguinamento dei tessuti.
Educazione: comprendere al meglio i benefici di un approccio attivo al recupero grazie al confronto con un fisioterapista. Infatti, dopo un infortunio, modalità passive, come l’elettroterapia, la terapia manuale o l’agopuntura hanno effetti insignificanti sul dolore rispetto a un approccio attivo, e possono anche essere controproducenti a lungo termine.
Una volta passati i primi giorni dall’infortunio i tessuti molli hanno bisogno di..LOVE!
L sta per LOAD, ovvero carico. Lo stress meccanico deve essere introdotto precocemente e le normali attività dovrebbero essere riprese non appena i sintomi lo consentono. Un carico ottimale, senza esacerbare il dolore, favorisce la riparazione e incrementa la tolleranza al carico dei tessuti come tendini, muscoli e legamenti.
Ottimismo: aspettative ottimistiche sono associate a risultati migliori. Fattori psicologici come depressione e paura possono rappresentare ostacoli al recupero e portare a dolore persistente.
Vascolarizzazione: l’attività cardiovascolare rappresenta un importante tassello nella gestione delle patologie muscolo scheletriche. Un esercizio aerobico senza dolore dovrebbe essere iniziato pochi giorni dopo l’infortunio per incrementare il flusso sanguigno delle strutture coinvolte. È stato infatti dimostrato che la mobilizzazione e l’esercizio aerobico precoci migliorano la funzione fisica, sostenendo il ritorno al lavoro e riducendo la necessità di farmaci antidolorifici in soggetti con patologia muscoloscheletrica.
Esercizio: l’esercizio terapeutico aiuta a recuperare il prima possibile mobilità, forza e propriocezione dopo l’infortunio. Il programma dovrà essere progressivo, con un costante monitoraggio del dolore, in modo da aumentare gradualmente la propria capacità di carico.
Se al contrario il dolore muscolare non è dovuto ad un trauma e quindi il dolore compare senza causa apparente vuol dire che abbiamo superato la capacità di carico del nostro corpo, ovvero abbiamo svolto un’attività troppo intensa a cui il nostro fisico non era preparato, andando così incontro a dolore.
Per farvi un esempio questo può accadere se nel fine settimana imbianchiamo casa e di lavoro non facciamo l’imbianchino. Ci sottoponiamo ad uno stress elevato a cui non siamo abituati e quindi è molto facile avvertire dei fastidi i giorni a seguire.
Anche in questo caso le cure passive non trovano beneficio e quindi anche l’utilizzo del caldo o del freddo non hanno effetti provati scientificamente.
L’esercizio attivo progressivo torna quindi ad essere la soluzione ideale: allenandoci aumenteremo la nostra capacità di carico e quindi saremo pronti ad affrontare con un fisico sempre più allenato gli sforzi futuri.