Guida alla lettura delle tabelle di crescita per neogenitori
Una frequente preoccupazione per i neo-genitori è se il bambino stia crescendo abbastanza. Uno strumento a disposizione per approfondire questo tema sono le tabelle di crescita dei bambini, che servono per monitorare la crescita, lo stato nutrizionale e la salute del bambino.
La valutazione della crescita dei bambini viene effettuata dal pediatra di famiglia attraverso i bilanci di salute; durante queste visite alcune delle misurazioni che vengono effettuate riguardano il peso, l’altezza e, per i primi 2 anni di vita, la circonferenza cranica.
I bambini e le curve di crescita
Le curve di crescita sono dei grafici che raffigurano i parametri di peso, altezza e circonferenza cranica in rapporto all’età del bambino.
I grafici hanno un aspetto a curva con una pendenza che varia in relazione al momento della vita:
- Durante i primi 3 mesi di vita la crescita è molto rapida;
- Segue un progressivo rallentamento;
- Nell’adolescenza c’è una nuova accelerazione;
- Infine si arriva al raggiungimento della statura definitiva.
Per una corretta valutazione dell’andamento staturo-ponderale è stato necessario confrontare i valori di peso e statura di alcune popolazioni pediatriche di tutte le fasce di età in definiti intervalli di tempo.
In tempi più recenti sono state realizzate delle analisi per specifiche aree geografiche e sono state differenziate curve di crescita differenziate per sesso e per esigenze di salute specifiche (per esempio: bambini nati prematuri o affetti da particolari sindromi). Tutti i dati ottenuti sono stati suddivisi in cento sottogruppi. Questi sottogruppi rappresentano i percentili di crescita.
Le curve percentili per la crescita dei bambini fino ai due anni
Ogni percentile ha la sua linea che ha un andamento parallelo agli altri percentili.
La curva più bassa è quella del 3° percentile, quella più alta è quella del 97° percentile.
Quindi a ogni età e per ogni misurazione, per quanto riguarda l’altezza, significa che:
- il 97° percentile rappresenterà i bambini più grandi: 3 su 100 saranno più grandi e i restanti 97 saranno più piccoli;
- il 3° percentile rappresenterà i bambini piccoli: 3 su 100 saranno più piccoli e i restanti 97 saranno più grandi;
- il 50° percentile (ovvero la mediana) significa che il 50% dei bambini della sua età sono più alti e l’altro 50% sono più bassi.
Tabelle per la misurazione della crescita dei bambini dai 2 anni in poi
Dopo la nascita fino ai 2 anni di vita le curve di crescita dei bambini a cui far riferimento sono quelle dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (e includono anche i percentili della circonferenza cranica).
Dai 2 anni in poi i pediatri italiani, oltre alle curve dell’OMS, hanno a disposizione le “curve di crescita di Cacciari” che consentono l’inquadramento del bambino in termini di indici di massa corporea (BMI), peso, statura e sono disponibili riferimenti differenziati per i bambini dell’Italia centro-settentrionale e per l’Italia meridionale.
L’utilità di queste curve è quella di evidenziare eventuali differenze che possono fare ipotizzare obesità o eccessiva magrezza, oppure bassa o alta statura.
È importante ricordare che la velocità e l’entità della crescita non dipendono solo da fattori alimentari ma anche da fattori genetici e ormonali.
Ecco il grafico di una curva di crescita e un esempio di come si calcola il percentile del proprio bambino:
Facciamo un esempio e calcoliamo il percentile di peso e ‘altezza di una femmina di 6 anni che è alta 120 cm e pesa 20 kg.
Guardando la tabella sull’asse delle ascisse vediamo l’età mentre sull’asse delle ordinate l’altezza (in alto) e il peso (in basso).
Quindi il percentile di appartenenza per quanto riguarda l’altezza sarà il 75°, mentre il percentile per quanto riguarda il peso sarà il 25°.
Conclusioni: la figura del pediatra
In conclusione l’interpretazione dell’andamento della crescita del bambino è compito del pediatra, che conoscendo tutti i dati che lo riguardano, potrà valutare lo sviluppo del bambino. Nessun dato nel grafico della crescita è “normale” o “anormale” di per sé.
Il pediatra è la figura di riferimento che guiderà se lo sviluppo è conforme ai criteri di normalità, o se c’è da prendere in considerazione eventuali esami di approfondimento per patologie che possano interferire con l’accrescimento.